il Muro e le Rose
Dalla mia finestra
uno scorcio di muro scorgo,
simile ad un viso dalla vecchiaia avvizzito.
Oh, muro, flagellato dal vento, dalla pioggia,
dai fiocchi di neve punteggiato,
mio amico sei divenuto!
Con filo sottile di seta
i sogni dolci della mia fantasia ricamo
e la soffice trina, su di te, depongo
con una carezza.
Nelle serene notti in un bagno d'argento
la luna pietosa t'immerge
e le stelle, ignoti mondi
nello spazio infinito disseminati,
sopra alle sconnesse pietre
un riverbero del loro fulgore posano.
Sulla scopa volante in groppa
la fiabesca strega coll'adunche dita
ti saluta,
e la fata gentile con un tenue azzurro velo
ti lambisce,
1o gnomo burlone
col suo cappuccio a cono
incappucciarti vorrebbe.
Puntuale all'annuale appuntamento
11 roseto sbocciante
le tue ferite con amore copre.
Non opulente rose, ma profumate ,
di rosso vivo imbellettate, -:
paiono bocche avide in cerca
d'un appassionato bacio.
I loro boccioli schiudono ai raggi del sole
con l'irrompente bramosia
di luce, di calore.
D i rose un tralcio
sul davanzale della finestra mia
si è arrampicato
come un affettuoso abbraccio,
l'amico muro l'ha inviato
della mia tristezza, conscio.
Si pavoneggia un uccellino
sopra ad un bocciolo di rosa
e si dondola, come in una minima altalena.
Sorride i l muro al cinguettìo del passero
di nascosto le sue crepe allargando,
per paura non fargli.
I l tempo fugge
ma nell'olezzante messe
ora gioisci di quegli attimi,
dell'odoroso abito,
della gioventù rinnovata.
Quando le rose sfioriranno
a te lasceranno le frastagliate foglie,
anche se ingiallite,
qualche spina che non t i scalfisce,
per sussurrarti che ritorneranno.
Oh, mio viso da solchi segnato,
nell'oscillante specchio del tempo
ondeggia la tua immagine,
carne dal dolore macerata,
nella rassegnazione, chinati!
Rotolano i giorni
nell'incessante ritmo
verso la china che non s'arresta.
Niuna promessa, né veste odorosa,
né la giovinezza rinnovata,
come l'amico muro
potranno adornarmi.
I rossi petali di quel tralcio
a me giunto,
quando nella sfioritura cadranno,
io l i raccoglierò.
Comporrò una sottile treccia
per i l mio cuore avvolgere
con geloso celato pudore.
E così ogni ricordo,
ogni lacrima e sorriso,
ogni dolore e gioia
in un vellutato scrigno,
custoditi saranno.
Grazie, amico muro,
dei versi modesti che mi hai suggerito.
In questa poesia, che da il titolo all'intero volumetto, Bianca si riferisce ad un muro che circonda il cortile su cui si affaccia la finestra alla quale sedeva Bianca. Le rose erano quelle di un folto tralcio rampicante che partendo dal terreno a ridosso del muro si arrampicava fino alla finestra di Bianca circondandola completamente su due lati. Ogni anno, da tanti anni, le rose puntualmente a maggio fiorivano riempiendo di colore tutto il tralcio. Ma esattamente in quel maggio che fece seguito alla scomparsa di Bianca nessuna rosa fiorì : poi l'intero tralcio avvizzì, seccò con tutte le foglie e scomparve.
Gemma
di Rosa
Il l folto tralcio
che sulla finestra,
s'è arrampicato,
il primo bocciolo di rosa,
con timidezza
dischiuso,
m'ha donato.
È prematuro,
tenero, dolce
come una carezza leggera,
un palpito di gioia,
un fremito di sorriso.
A me, nel dolore
rinchiusa,
uno spiraglio,
ha riaperto,
ed una sbarra
della silente prigione,
ha divelto.
Il suo lieve profumo,
nell'anima mia
è penetrato
con battito d'ala,
la solitudine
alleviando.
Nella spaziale era,
i satelliti
dalla scienza,
in orbita collocati
per un dominio assoluto,
si rincorrono,
come bestie
imbizzarrite.
E le lontane galassie
sembrano con pietà
mirare,
i l nostro minimo mondo
dalle sanguinose lotte,
da ogni discordia,
sconvolto.
Piccolo bocciolo
anche tu, polvere
diverrai!
Grazie, per la poesia
che in dono
su un lucente vassoio,
simile ad una preziosa offerta,
m'hai recato.
Quella poesia che il materialismo
dominante,
e la superbia del sapere,
hanno distrutto
nell'incosciente cuore,
della fragile umanità.